Lì c’è la domanda e solo lì è possibile ascoltare la domanda. La scelta? Quale scelta se non so cosa scegliere? Chi si prenderebbe la briga di sfogliare un volume di mille pagine senza sapere cosa cercare.
Quello della scelta è un tema complesso. Il catalogo dal quale scegliamo il nostro “prodotto” è un libro fatto di migliaia di fogli, contributo di tutta l’umanità in migliaia di anni e, di questo catalogo, ci limitiamo a sfogliare forse le ultime due o tre pagine.
Tutto quello a cui pensiamo quando immaginiamo la nostra vita si raffronta inevitabilmente con quello che è stato pensato da altri intorno a noi negli ultimi decenni, forse centenni. La capacità di influenza di queste forze è diventata ancora più pervasiva e fulminante con il consolidarsi dell’uso delle nuove tecnologie: se una nuova tendenza si impone, coinvolge come uno tsunami facendo sì che tutti si pongano quegli stessi obbiettivi – o forse più che gli obbiettivi le modalità per raggiungerli (quali obbiettivi?).
Nel cerchio stretto di queste poche pagine del “catalogo generale” la scelta si restringe ulteriormente per via di quegli occhiali familiari che ci consentono di leggere al massimo quelle poche righe per pagina, saltando completamente certe altre pagine.
Ma tutto questo è normale, non si sospetta ci sia dell’altro e si vive l’intera esistenza con questi riferimenti. Certe volte il senso di disagio di quei capitoli non letti e, ancor più potente, di quelli non scritti, diventa così forte che le risposte date fino a quel momento non dissetano più la domanda.
È doloroso restare in contatto con questa sensazione, è come l’apnea a polmoni vuoti che, protratta per qualche secondo in più, ci fa quasi temere per la nostra stessa vita.
La paura ci costringe a riaprire i polmoni, riprendiamo aria e perdiamo quello spazio creato. No, non si può vivere senza respirare. Ma cosa accadrebbe se imparassimo a portare attenzione a quei momenti del respiro che stanno tra l’inspirazione e l’espirazione? Cosa c’è in quegli spazi?
Lì c’è la domanda e solo lì è possibile ascoltare la domanda. La scelta? Quale scelta se non so cosa scegliere? Chi si prenderebbe la briga di sfogliare un volume di mille pagine senza sapere cosa cercare. La domanda va ascoltata poco per volta, rispettando il ritmo del respiro che ciclicamente ci porta alla domanda e ciclicamente ci chiede di accontentarci delle risposte che abbiamo in quel momento. Va bene così.